Salviamo il Piano del Parco delle Alpi Apuane

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Appello per salvare il Pizzo D' Uccello, Montagna simbolo delle Alpi Apuane!

NB questo appello dopo le cave del Pizzo D' Uccello sarà esteso a tutte le cave del Parco delle Alpi Apuane, un percorso di liberazione, difesa e sviluppo del nostro territorio!

Le Alpi Apuane sono un bene che appartiene a tutta l’ umanità. Sono un serbatoio enorme di patrimonio paesaggistico, di endemismi vegetali, di fauna, di cultura e storia millenaria. Esse devono essere salvate. Gli uomini hanno invece deciso, scrivendo delle leggi apposite, che nelle Apuane possano essere aperte, gestite, accresciute moltissime cave di marmo. Un tempo l’ escavazione era legata in gran parte alle necessità dell’arte che ha prodotto straordinarie opere del genio umano, dal David alla Pietà di Michelangelo. Negli ultimi 150 anni l’escavazione è fatta per produrre materiali per l’edilizia generica e polverizzato per farne carbonato di calcio per l’industria chimica. Noi riteniamo che il marmo -una materia di straordinario valore, da difendere e proteggere non essendo rinnovabile- possa essere utilizzato, con grande parsimonia, solo per l’ Arte. Perciò chiediamo che i governi decidano di interrompere l’escavazione del marmo, a partire dalla chiusura delle cave nel Parco delle Alpi Apuane, Geoparco della Rete Unesco, cambiando le leggi e assumendo l’obbiettivo del “Marmo solo per l’Arte”. Parallelamente, chiediamo che si apra una grande discussione/azione per creare uno sviluppo economico alternativo che permetta di occupare in attività di economia sostenibile (agricoltura, pastorizia, turismo, commercio, artigianato, servizi, innovazione) i cavatori delle cave che andranno a chiusura, sostituendo di fatto un sistema malato con uno sano basato

Oggi noi siamo di fronte ad una sfida, anche simbolica, che è decisiva. sull’economia circolare.

Esiste una montagna, nelle Apuane, che è diventata un simbolo dello spirito della montagna, della sua sacralità, della sua bellezza. Essa è, anche, il paradiso degli alpinisti, al punto da essere chiamata “il Cervino” della Toscana. E’ il Pizzo d’Uccello. Nell’area della sua Parete Nord vi sono 4 cave di marmo, una nel Comune di Fivizzano e tre nel Comune di Casola in Lunigiana. Oggi si sta decidendo se concedere ancora la possibilità di continuare a scavare in quel luogo (si veda la foto) per altri anni. Il mondo di chi ama la Bellezza, di chi vuole salvare le Apuane si sta mobilitando per impedire che ciò avvenga e che, almeno in contesti ambientali così straordinari come quello del Pizzo d’Uccello, non sia più concessa la possibilità di scavare. Per questo, con la nostra firma, lanciamo al Governo Italiano, alla Regione Toscana, al Parco delle Alpi Apuane, ai Comuni di Casola in Lunigiana e Fivizzano, questo Appello accorato a non concedere ulteriore escavazione e a chiudere, da subito, tutte le cave nell’Area del Pizzo d’Uccello

Si sottoscrivono:

Vandana Shiva (attivista e ambientalista indiana)
Raul Zibechi (scrittore, giornalista uruguayano)
Alberto Asor Rosa (Scrittore, Università la Sapienza)
Tomaso Montanari (Storico dell' Arte, Università di Napoli)
Rossano Ercolini (RifiutiZero, Goldman Prize)
Alberto Magnaghi (urbanista, emerito, UniFI)
Anna Marson (urbanista, IUAV)
Massimo Morisi (Università di Firenze)
Ottavio Marzocca (Università di Bari)
Lidia Decandia (Università di Sassari)
Angela Barbanente (Politecnico di Bari)
Paolo Baldeschi (Urbanista, Università di Firenze)
Daniela Poli (Università di Firenze)
Dimistri D'Andrea (Università di Firenze)
Alberto Ziparo (Università di Firenze)
Sergio Delapierre (sociologo, Università di Milano)
Giorgo Ferraresi (urbanista, PoliMI)
Marco Garoffolo (urbanista
Enzo Scandurra (Urbanista, Sapienza Università)
Ilaria Agostini (Università di Bologna)
Luciano De Bonis (Università del Molise)
Claudio Greppi (Università di Siena)
Carlo Cellamare (Università di Roma)
Nino Criscenti (Giornalista, regista)
Massimo Nepi (Università di Siena)
Roberto Budini Gattai (Urbanista)
Massimo Morisi (Università di Firenze)
Claudio Lombardi (Ingegnere)
Alessandro Gogna (Alpinista)
Pancho Pardi (politico, attivista)
Aldo Zanchetta (attivista, scrittore)
Edoardo Salzano (urbanista, IUAV)
Vittorio Emiliani (giornalista, scrittore)
Anna Guarducci (Università di Siena)
Ettore Pacini (Università di Siena)
Roberta Radich (presidente Fondazione Capta onlus / Coord. Naz. NO TRIV)
Antonio Dalle Mura, consigliere nazionale di Italia Nostra
Francesco Baicchi del Comitato Esecutivo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Angelo Baracca, Firenze
Carlo Spagnolo (Università degli studi di Bari)
Patrizia Gentilini (Medico ISDE)
Luca Maria Falconi (geologo)
Enzo Fileno Carabba (scrittore)

 

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Save the Apuan Alps English page

Dear visitors, we will hopefully translate soon the entire web site, but for now we will leave you with some piece of information.

"Salviamo le Apuane" (Save the Apuan Alps) is a grass-roots movement born in 2009 to protect the Apuan Alps, a little chain of mountains in Italy, in the northern Tuscany.A movement born to protect this mountain chain from the devastation of marble and calcium carbonate excavation. The disaster of the Apuan Alps has been called " the biggest European environmental disaster" in fact more than 800 quarries are impacting our delicate environment causing many problems to our populations.

Another big problem is the dereliction of the mountains by the institutions and the people, indeed we are trying to build alternative economies to repopulate this wonderful landscape. 

For Further information contact us on Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. and you can also read this Newsweek article:

http://www.newsweek.com/2015/04/03/bin-ladens-and-tuscan-city-destroyed-marble-317224.html

Here you are our video that proves how big is the problem  https://www.youtube.com/watch?v=W1iLnIiOM2Q

This is our first founding/start up document: "Carta delle Apuane"

A document for The Apuan Alps
Apuan Alps, Tuscany, Italy 27/06/2010

The Apuan Alps are one of the planet’s most important patrimonies. They are important on a naturalistic, environmental, botanical, cultural, historical and anthropological level. The excavating of marble represents one trait only.

The Apuan Alps, given their importance, have been hit by a destructive process which can be listed alongside some of the greatest natural, environmental, botanical, faunistic and historical disasters of the planet.

It is particularly unsettling when this aggression touches the greatest resource of the entire ecosystem: water, the blue gold of the XXI century. Excavation activities hinder the capillaries that funnel rain water towards the depths of the earth while provoking pollution caused by mud and waste oil.

The Apuan Alps, today and for some time now, can no longer sustain the excavation economy, especially in its function as landfill for calcium carbonate: it must therefore be underlined that today’s excavation economy is no longer sustainable, according to the present day philosophy of sustainability.

The Apuan Alps are the theatre of a destructive process in contrast with Art. 9 of the Italian constitution which states: “The Republic safeguards the landscape and the historical and artistic wealth of the Nation.” Excavation activity in the Apuan Alps, as it is carried out today, being structurally and by nature a permanently destructive act, is an activity which violates the Constitution of Italy. Opposing the activity of excavation, therefore, is an act of civility.

The Apuan Alps represent an environmental, historical and anthropological setting of extraordinary interest for the development of responsible, intelligent tourism in the many morphological and diverse forms offered by the territory, from agriculture and farming using the method of ‘filiera corta’ (from producer to neighbouring consumer), and even arts and crafts linked to a very limited production of marble. We believe that the request for civic uses throughout the Apuan territory, that is to say, a “third option” that stands between public and private use can represent a fulcrum around which to collect new social and economic energy for the mountain area, especially with regards to excavation.

The Apuan Alps have been linked to a production that is, today, given the planetary dynamics in the field of tombstones, in a profound and irreversible crisis, a decline that produces unsustainable forms of exploitation of the territory and, at the same time, unlike in the past, rising unemployment.

The Apuan Alps could very possibly become the centre of a new economic model, more fair-minded and fertile, which by learning to make use of the elevated number of resources – natural, anthropic, hydro-geologic and environmental - of these lands, unmatched in the Mediterranean and in Europe, may extend to the hills and cities that look onto the sea, as well as the neighbouring parks (Cinque Terre, Apennines, Magra, San Rossore), creating an exceptional social and economic complex, which goes far beyond the financial crisis.

The Apuan Alps have been deprived, by national, regional and local politics, of any sort of economic prospective that is different from the current one, marble. The excavation of debris and marble carried out today precludes any other possible development.

The Apuan Alps are forced to undergo this sole activity, which not only stifles them but keeps them from other potentially noteworthy economic development: we underline, therefore, that the activity of the quarries alone is incompatible with the economic development and an increase in employment in the territory.

The Apuan Alps are, therefore, a demonstration of the damage that a sole economic activity, excavation in this case, can cause not only to the environment but to the economy, creating loss of employment, especially in the Province of Massa Carrara, which will remain structural for as long as marble is the dominant activity.

The Apuan Alps are, however, must be saved in order to create economic growth in the territory: it is inacceptable that a patrimony should be destroyed in such a way when it could be put to much better use. The gradual conversion from the sole activity of marble excavation to alternative forms of economic growth will not lead to a loss but to an increase in occupation starting with the quarry workers themselves who will be able to leave an exhausting job to occupy a more favourable one quality-wise.

On the basis of this Manifesto, therefore, we underline our unyielding will to make the case of the Apuan Alps a movement that works to safeguard the environment and to create new harmonious development in the territory, in Tuscany, and in Italy. It is an initiative that must not come to a halt, nor be interrupted until the objective, that is to say the economic conversion that will see the end of the excavations, has not been reached.

Salviamo le Apuane

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Le Alpi Apuane

Alpi Apuane

Montagne splendide e dalle linee scattanti sorgono a ridosso della costa tirrenica dividendo due mondi vicini e differenti, contigui ma per molti versi antitetici: il solare dominio mediterraneo del leccio e dell'olivo e la boscosa realtà appenninica delle vallate interne, regno del faggio e del castagno. Sono anche, le Apuane, una barriera poderosa e compatta, difficile da valicare; accidente geografico e geologico che si innalza inaspettatamente a ridosso del mare.  I motivi di interesse per queste montagne sono numerosissimi, e in molti casi straordinari.

La natura si manifesta spesso in forme grandiose; i paesaggi sono di ampiezza inebriante, resi irreali dalla vicina presenza del mare; un universo nascosto di grotte, abissi, pozzi e fiumi sotterranei riempie della sua vuota presenza le viscere dei monti, scaricandosi in sorgenti dove i torrenti escono all'improvviso dalla roccia; la vegetazione è incredibilmente varia, ricca di specie rare ed endemiche. Ben note le Apuane, a livello internazionale, anche  per la presenza degli abissi più profondi e complessi d'Italia: voragini, gallerie, cunicoli, pozzi e caverne per un totale di oltre 1300 grotte censite e il più vasto dedalo di grotte d'Italia con ben undici ingressi, l'Antro del Corchia che si sviluppa per oltre 60 chilometri.

Ma le Apuane sono anche profondamente intrise di presenza umana, forse più di ogni altro massiccio italiano. Qui abbondano castelli, pievi, torri, borghi murati, luoghi storici, ponti a schiena d'asino, mulini, mulattiere, maestà o marginette, metati e carbonaie. Inoltre, l'uomo ha avuto un rapporto ancora più "intimo" con la montagna, estraendovi da due millenni il marmo. Ne è nata una cultura ingegnosissima, prodotta da condizioni di lavoro durissime e rischiose, i cui numerosi resti visibili e tangibili rappresentano un patrimonio archeologico unico, ma anche un impressionante monumento alla fatica di generazioni di cavatori. Si tratta, tuttavia, di un contesto storico e ambientale che negli ultimi decenni è stato fortemente contaminato e alterato, dove l’attività umana, che in passato era intrecciata armoniosamente con quella naturale, ha raggiunto livelli e ritmi insostenibili a causa della crescita esorbitante dell’attività estrattiva, devastante anche grazie all’escavazione e allo sfruttamento del detrito di marmo per usi industriali.

Questo patrimonio, per la riconosciuta eccezionalità, deve essere considerato indisponibile e deve essere trasmesso alle generazioni future non depredato e non degradato, in una prospettiva di attività economiche non effimere né distruttive. Se opportunamente gestito può dare luogo a un'economia integrata con quella marmifera - quest'ultima ricondotta alla sola estrazione di blocchi di marmo - attraverso la valorizzazione dell'ecoturismo, delle risorse boschive, di un'agricoltura di qualità, dei prodotti agricoli locali, attività tutte che potrebbe utilmente affiancarsi e integrarsi con quella balneare

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